L’esame di maturità è uno dei miei sogni ricorrenti, anche se di sogno ha ben poco. Meglio definirlo un incubo ricorrente dove persino il professore è sempre lo stesso.

Non sapevo se prenderla seriamente. Ma alla fine decisi di rispondere a quella domanda bizzarra nonostante nei suoi occhi vi fosse lo sguardo inequivocabile di chi aveva già deciso di bocciarmi: cosa faresti se la tua città fosse invasa dagli zombie?

Semplice – risposi – metto subito in atto il piano di EVACUAZIONE, in pratica per prima cosa mi cago addosso.

Dopodiché, colto da vitale spirito di conservazione, decido che non c’è da tempo da perdere. Attivo il timer del mio smartwatch. 5 secondi per il bidet + 3 per convincermi che il momento non è opportuno per un trastullo.

Raggiungo il garage. Recupero in pochi istanti tutto ciò che penso possa essermi utile.

Un trapano a batterie, un martello, bottiglie di pomodoro.

Destinazione?

Un’armeria? Macchè, sarei morto ancor prima di capire di che colore prendere la fionda.

Allora il porto? L’aeroporto?

Non ho la patente nautica e l’aereo potrebbe cadere.

E allora dove andare?

A Decathlon.

 E’ una corsa affannata contro il tempo, le strade si trasformano in cimiteri viventi, gli zombi sono dappertutto, lancio qualche bottiglia di pomodoro con la speranza di ingannarli e rallentarne l’avanzata. Qualche zombi mi finisce sotto le ruote, qualcun altro si ferma, qualcun altro è decisamente brutto, e mentre annoto sul mio smartwatch che devo chiamare il carrozziere, mi accorgo che la situazione che si presenta a miei occhi è agghiacciante, apocalittica.

Una fiumana di zombi è diretta verso la zona commerciale. Non mi abbatto, stringo i pugni al volante e procedo spedito, c’è ancora un bel pezzo da fare, dò gas all’acceleratore e scappo via più veloce che posso. Poi all’improvviso sale il desiderio impertinente di un hamburger con bacon e formaggio. Chissà se il fast food di fianco al cinema è aperto, poi desisto, sono uscito senza soldi e fermarsi al bancomat sarebbe un’idea folle.

Ci sono. L’ingresso è in fondo al parcheggio. Lo vedo e lo punto, una sporca dozzina di zombie mi separa dalla salvezza. Decido di schiantarmi contro la saracinesca, non ho alternative.

Lo schianto è fragoroso, l’impatto violento, ma sono dentro. Devo comunque sbrigarmi, fare in fretta, tra non molto gli zombi fiuteranno il mio sangue.

Ma dove li hanno messi? Doveeeeee? Di solito li ho visti sempre lì. Tra il reparto bici e quello fitness, praticamente in fondo al negozio. Ed eccolo infatti, eccolo lì, ha persino la rete.

E così, mentre raggiungo la mia salvezza gli zombi fanno il loro ingresso. Uno. Due. Cinque. Otto. Inutile contare, sono decine. Decine di migliaia. Ma ormai non importa, sono salvo, non mi prenderanno mai, mimetizzato tra loro sul mio tappeto elastico. Zombi voi, e zombo pure io.