Quella che sto per raccontarvi è una storia di orgasmi e paura realmente accaduta durante il capodanno appena trascorso. Potrei sintetizzarla rivisitando liberamente l’Universo di Ungaretti, “col mare mi sono fatto una bara di goduria”.

Ed invece, affinchè non si dimentichi, si necessita di una narrazione accurata. Mi ero ripromesso di aggiornare questo blog quotidianamente a partire dal 1° gennaio 2006, ma non è cosa da poco avvicinarsi al computer con una metamorfosi in corso.

I pori della mia pelle si ricoprono di squame, dietro le orecchie prendono visibilmente forma un paio di branchie, ho una strana deriva che mi spunta dalla schiena ed infine mani e piedi somigliano vagamente a quelli dell’uomo di Atlantide.

Scrivere sulla tastiera non è affatto semplice, stamattina per arrivare in ufficio ho affittato un acquario.

Io e i miei fidi commensali chiediamo scusa se il mare Adriatico è stato spopolato da qualunque forma di vita, se il mercato ittico resterà chiuso per qualche mese, se abbiamo causato scompensi e disagi al ciclo biologico e alla catena alimentare.

Per concludere, siamo mortificati se quest’anno il pollo non andrà di moda e se i miei vicini di casa hanno dovuto sopportare rumori di pentole e stoviglie fino alle sei del mattino.

SCUSATECI TUTTI, ma la cena di Capodanno è la cena di Afrodite … e la cena di Afrodite, è la CENA di AFRODITE!!

ANTIPASTO

Orgasmo multiplo di mare crudo:

  • ostriche, per la disinibizione dell’apparato enogastrosessuale
  • fasolari, stimolatori naturali marini
  • cannolicchi, pudica simbologia fallica e, al suo interno, una delle più avanguardiste espressioni clitoridee
  • noci di mare, sabotatori dei freni inibitori
  • vongole veraci, istigatori di sospiri e ghigni dialettali … es. ah ah ah mmh mmh mmh ah ah ah freghete!!! (espressione vernacolare abruzzese che in senso lato si traduce con “ho un’erezione”)
  • gamberetti, per accompagnare un litro di trebbiano
  • insalata di mare, semplicemente per inaugurare l’uso della forchetta
  • polipi in Purgatorio, un peccato di gola che a nostro avviso meritava l’inferno

Per l’antipasto ciascun commensale è stato munito di una comoda ciotola raccogli-orgasmo gentilmente offerto dalla GODIMAR (un applauso allo sponsor)

PRIMO PRIMO

Linguine allo scoglio, detto anche “pomiciata di mare” (per via delle linguine)

Una flagellata di linguine senza precedenti, mare immolato sullo scoglio, sacrificio marino, eccitazione acquatica, piacere culinario primordiale, poseidonico abbattimento della pudicizia, un boccone di bontà bagnata dal mare. Brava Checca, grazie a te di ciotole Godimar ne ho riempito tre.

SECONDO PRIMO

Cavatelli alla pescatrice, un classico per un menù di pesce

Dopo cinque bocconi il piatto è stato ribattezzato “chiavatelli alla pescatrice”, e dopo altri tre, “chiavatevi la pescatrice!”

Un tripudio del palato, erezione sensuale delle papille gustative, un eccitante andirivieni di orgasmi, tutti hanno gradito, tutti hanno goduto. Anche la pescatrice.

Si narra addirittura che qualcuno sia stato visto appartarsi con la pescatrice nella camera da letto, ma io mi chiedo, prima o dopo averla cucinata? Sapete … conoscendo i miei amici c’è poco da scherzare.

Utilizzo delle ciotole Godimar: indefinito

ASPETTANDO IL SECONDO 

  • “Panocchie al panno” su letto di prezzemolo e diamanti d’aglio … anche se il nome completo della portata è “Panocchie al panno su letto di prezzemolo e diamanti d’aglio, ah ah ah, scusate sono venuto, qualcuno ha un fazzoletto o una ciotola vuota?”
  • ‘Mpepata di cozze, questa spettacolare espressione di mare e poesia, sapori in prosa, versi dispersi nella bocca, palpitazioni all’onda, sensuale simbiosi del gusto, la migliore overture per un’orata al forno con le patate.

Ma qualcosa non andò per il verso giusto. E questa storia di Capodanno passò presto dagli orgasmi alla paura.

Accadde ciò che non sarebbe dovuto accadere.

Cosa ci fa quello zampone nel mio piatto? Dov’è la mia povera orata? Dov’è?

Maaaa cosa ti è successo? Oh mio Dio! Cosa ti hanno fatto!?! Chi è stato?!!

Qualcosa non aveva funzionato, le orate agognavano nel forno supplicando le patate di assumere quanto prima la loro pittoresca sembianza, ma nulla.

Qualcuno aveva sbagliato ad accendere il forno, qualcuno aveva sbagliato a mettere due teglie insieme, qualcuno aveva sbagliato a prendere i tempi di cottura. Qualcuno aveva sbagliato e quel qualcuno, andava punito!

Apocalypse now

Cianci! (l’amico “so tutto io”)

Torture, sevizie, primo interrogatorio, secondo interrogatorio, processo per direttissima, tribunale, Corte d’Appello, Corte d’Assise, la Cassazione e infine, la SANTA INQUISIZIONE!!

Cianci!! verrai sottoposto a dieci umiliazioni gratuite in sala mensa!

Scherzi a parte, dopo la brevissima, innocua, innocente parentesi carnivora (comunque gradita per la bontà nota del porco e per la devozione saporita delle lenticchie) ecco arrivare in un applauso commosso le orate con le patate, crude. L’orologio marcava da poco le 4 e 05 minuti.

Ad onor del vero e per diritto di cronaca le patate sono state tolte dal forno alle 08:21 del 1° gennaio 2006, e in casa c’erano 5.000 gradi.

Io e Cianci eravamo svenuti a tavola alle 6 del mattino dopo una conclusiva portata di crudo ed un ultimo bicchiere di Passerina, che al 30° del primo tempo aveva sostituito il trebbiano tra le ovazioni del pubblico maschile e le ovulazioni di quello femminile.

Le patate sono rimaste in balia della nostra disattenzione a cuocere per due ore consecutive, la cucina era diventata un altoforno dell’ILVA.

Ciò che ho tolto dal forno è indescrivibile, poltergeist, le patate avevano l’aspetto della peggiore sofferenza, irriconoscibili, una scena talmente straziante che alla vista della teglia si è commosso anche lo Svelto.

Orgasmi e paura. Gli auguri nello strano caso del Capodanno 2006

Beh, cosa aggiungere? Evito sapientemente di riportarvi gli annessi e i connessi, le risate, il principio d’incendio, la rissa condominiale per due botti sparati a mezzanotte, i tentativi di stupro della cuoca e delle assistenti, le aggressioni del mio gatto, i video proibiti nella confusione di fine anno, la fiumana di vino, la continua fragorosa canea, l’incessante sostituzione delle Godimar.

Posso solo aggiungere che quest’anno non mi sono commesso, neppure una lacrima, neppure un magone.

Quest’anno è stato diverso, il principio è snaturato, quest’anno non si riparte da zero, quest’anno si riparte da meno infinito, si resetta, deframmentazione del sistema, ricerca virus, in quarantena tutto ciò che non mi da pace, che mi allontana dalla serenità.

Quest’anno ho desiderio d’aria pulita, per cui auguro:

– spensieratezza a tutti coloro che sanno di meritarla, pace e divertimento per chi non si arrende e a chi rimette in discussione il proprio avvenire, la propria felicità

– un sorriso a chi ha voglia di piangere, la forza a chi si crede vinto e nuovi stimoli a chi si sente arrivato

– auguro il meglio a chi pensa al peggio, la lealtà ai miei nemici e a tutti un comune desiderio di vita

Per me auguro un anno senza troppe rotture di coglioni. Unica concessione solo per un’altra storia di capodanno ricca di orgasmi e paura.

P.s.

Chi ha rovesciato la Godimar sulla poltrona di mio padre?

Prossimo anno orata con l’insalata?

Nota di merito ai Cannoli di Filetto, opera culinaria di indiscusso e raffinato pregio, in versione cioccolato ed in versione crema, straordinariamente confezionati dall’estro dolciario dell’amica Adele. La colazione del day-after ci è stata invidiata pubblicamente dalla monarchia spagnola. Grazie anche per aver rilasciato i diritti sulla foto scattata a tua insaputa orientativamente tra le 3:00 e le 03:45. Il tuo culo con vista su perizoma merita un’esposizione internazionale.