MALATEMPORA. 40° giorno di quarantena.

Gli psicologi consigliano di sfruttare questo tempo dilatato per guardarci dentro. Per goderci la famiglia ma anche noi stessi. Io sono uno che gli accetta i consigli e così mi sono guardato dentro e sapete, non è stato un bel vedere.

7 metri di intestino fanno impressione a vederli così, tutti accartocciati su se stessi.

Scherzi a parte oggi non mi sento un granchè bene. Ho l’encefalogramma piatto come una piadina romagnola e sento sempre più prepotente la voglia di catapultarmi nel cosmo con una navicella spaziale senza rotelle, come quella di Capitan Futuro. Magari un’anisetta prima del decollo e un ciambellotto di salvataggio per l’atterraggio.

Stasera sa di Grand Marnier, lo riconosco tra mille perché mi piace, non è come la Cipriani che invece detesto. Stasera potrei scaraventarmi su quel fazzoletto di parmigiana sapientemente custodito nel forno, mezzo litro di Lacrima e anche per oggi passerebbe la paura di avere fame, ma non la voglia di trombare.

CANZONE

Oggi mi ha chiamato Sasà. Il mio amico Sasà. Erano anni che non avevo più sue notizie.

La sua voce è ricomparsa oggi pomeriggio dietro un numero anonimo e devo dire che mi ha fatto molto piacere. Siamo amici d’infanzia ma ci siamo persi di vista dopo il liceo. Io ho scelto la facoltà di Lettere e lui Sociologia. Ragazzo simpatico e intelligente, peccato sia brutto come il debito, talmente brutto che quando è nato l’ostetrica si è messa a piangere lei. Lo schiaffo più che a lui lo voleva dare a sua madre.

Praticamente era una palla di lardo piena di peli. Non era un neonato. Era una cisti.

Che poi le cisti lo hanno perseguitato per tutta l’adolescenza. Da ragazzo tolse due cisti al petto, una cisti alla schiena, due cisti al coccige e una cisti al rene grande come un boero, in ospedale lo chiamavano Macisti. E poi era basso, talmente basso che da piccolo la madre lo pettinava quando spazzava per terra.

Sasà non era un bambino qualunque. A 3 anni Babbo Natale gli regalò il primo rasoio elettrico perchè era già ricoperto tutto di peli. Una tragedia. 1 metro per 98 chili e tutto ricoperto di peli. Mi ricordo che da piccolo la nonna gli faceva fare l’albero di natale, nel senso che lui faceva l’albero e la nonna lo ricopriva con le palline e i fili colorati che non ho mai capito come cazzo si chiamano.

CANZONE

Diario di una quarantena. Edoardo dorme e anche mia moglie. Peccato, proprio stasera che vorrei amarla con quell’amore che non si dice, che non si narra, l’amerei con quell’amore al sapore di mare o di frutti di bosco, di tartufo, l’amerei con quell’amore che muove le maree e che spinge i venti, che non mira orizzonti, che sposta le montagne, che tiene su il cielo, amerei con quell’amore di cui forse non sono capace … stasera l’amerei anche così, con i preservativi al cioccolato.

CANZONE

Dall’aria che si respira dovrebbe essere lunedì, stamattina me ne sono accorto dall’odore degli sbadigli e dalla lentezza flebile delle mie palpebre.

Miopia permettendo l’orologio puntato al muro dovrebbe segnare le 10 e qualcos’altro, ma per il mio orologio biologico potrebbero essere tranquillamente le 4 di mattina.

Finalmente sono arrivate le mascherine in farmacia, finalmente ho una scusa per uscire e un motivo per fare una doccia.

120 milioni di mascherine al giorno. Sul giornale c’è scritto così. Mascherina chirurgica, mascherina FFp2 e mascherine FFp3 … colpito e affondato.

CANZONE

Care signore e gentilissimi signori, Masa n. 10 volge al termine almeno per questa puntata. Non so se l’editore avrà ancora il coraggio di mandarmi in onda, per cui se non mi sentirete domani e se non avrete più notizie neppure per la prossima settimana, vorrà dire che il sottoscritto o è trapassato o è passato a peggior vita. Ad ogni modo se fra di voi ci fosse qualche nichilista anarchico gli ricordo che troverà comunque mie tracce su masanumero10.it e sulle mie pagine social … ciao guagliù … buona vida, Masa

Prepara le cuffiette e ASCOLTA il podcast di MALATEMPORA – Voce: Francesco Cavuoto Audio editing: Masa