Chi sono?

Non lo so e non mi va di chiedere in giro.

Uno che sicuramente ha fatto male a porsi questa domanda. Almeno stasera.

È agosto. 3 del mattino. Foglio bianco. Caldo pestilenziale.

Se questa zanzara dalle dimensioni titaniche la smettesse di dissanguarmi troverei anche una risposta apparentemente intelligente.

Io non so chi sono.

Ma so da dove vengo e come ci sono arrivato.

Il mio ricordo più remoto è l’alito pesante della cicogna ed un cratere vicino al mare che mi piacque subito.

Per non rischiare di arrivare asfissiato alla mia presunta destinazione decisi di farmi lasciare lungo il pendio, sul balcone di una casa dove c’erano il sole e due persone che si volevano un gran bene.

Me ne innamorai, un po’ meno quando mamma me le dava col battipanni, ma per fortuna sul balcone che guardava il mare c’era sempre il sole.

CHI SONO PER L’ANAGRAFE

All’anagrafe Masa risulta come un tal Tommaso Aniello, nato a Partenope nell’unico 21 ottobre 1975 della storia.

Un essere umano di sesso maschile, alto 1 metro e 70 senza capelli, ma con un sorriso speciale che lo rende felicemente ebete. Consapevole di non avere sale in zucca, ma solo un pizzico di paprika.

Il nome fu scelto dai genitori per omaggiare la memoria di Masaniello, rivoluzionario, il principale protagonista della rivolta napoletana, 7-16 luglio 1647.

Il popolo insorse a seguito della pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo. Botte da orbi.

La rivoluzione si concluse con l’accettazione delle rivendicazioni popolari e con l’ascesa al potere di Masaniello. Dopo pochi giorni però, a causa di un atteggiamento sempre più stravagante, Masaniello fu accusato di pazzia e, tradito dalla sua stessa gente, fu assassinato.

CHI SONO PER L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Sono una partita IVA che vive di comunicazione e pubblicità. I miei strumenti di lavoro sono la testa, il cuore, la penna, la Nikon, la Nina e la Santa Maria.

Dopo essermi scelto i genitori, decido di scegliermi anche un ruolo e un lavoro, possibilmente tranquillo, qualcosa che dia da vivere senza grosse pretese, senza grandi patemi, ma con gentile concessione per qualche vizio insano.

Insomma, desideravo un lavoro che potesse sfruttare le mie attitudini naturali: immaginare, parlare poco, ascoltare tanto, osservare l’impercettibile e scrivere tutto.

Per l’Agenzia delle Entrate dunque sono un copywriter, un autore, un blogger, uno di quelli che scrive perché convinto sostenitore che le parole abbiano un potere magico.

Potere alla parola.

Parole prive di paura.

Io siamo poeti estintori.  

CHI SONO PER ME

Le presentazioni non mi sono mai piaciute, un po’ per timidezza e un po’ perché imbastire pensieri con questo caldo si inizia a far fatica.

Sicuramente non sono ciò che sembro e non sono ciò che faccio.

Non sono neppure quello che ho.

Sono un individuo di razza umana a cui è stato regalato un giro gratis su questo mondo, zanzare comprese.

Sono un viandante libero di lasciare una traccia, una testimonianza, un segno, una zanzara morta. Mezzo litro di sangue.

Non so chi sono, ma so che sono di passaggio. Attualmente in cerca di una trasfusione.

Vedo, ascolto, scrivo e poi trascrivo.

È l’unico modo che ho per accedere dignitosamente all’Albo del “C’ero anch’io”, un modo come un altro per lasciare un ricordo alla mia famiglia, ai miei successori.

 Ma chi sono veramente?

Sono un fuoriclasse, nel vero senso della parola.

Un fuoriclasse, uno di quelli che fuori dalla classe alla fine c’ha preso pure il diploma.

E se non ero fuori dalla classe ero dietro la lavagna. Ho iniziato così.

Scrivevo parole dietro la lavagna per ammazzare il tempo e per non sentire la maestra urlare il mio nome come cattivo esempio. Io invece le dedicavo frasi oscene su lastra di ardesia. Pu****a la maestra.

Però da piccolo dietro la lavagna sapevo perfettamente chi fossi.

Il quarto porcellino.

Adesso invece non lo so più. Forse il penultimo dei Moicani. Forse.

Io non sono nient’altro che la continua manifestazione di me stesso e della mia sola, ma mutevole natura.

Io sono le mie parole, i miei respiri, i miei pensieri, il mio nonsense.

Sono la mia vita.

Io sono il mio viaggio.

Dedicato a mia madre.