Qui, Masa n. 10.

Ci siamo. È il 3 giugno. La riapertura delle regioni è stata confermata ed io non aspettavo altro. In macchina ho caricato già tutto e anche le valigie nel bagagliaio sembrano scalpitare. Lascio a casa le mie paure, gli affanni sul divano, un estratto conto deprimente e una tuta di merda che ho indossato per 3 mesi.

Finalmente si parte, ce ne andremo al mare, al sole, cercheremo di ritrovare un po’ di pace e aspetteremo con pazienza che il nostro destino riprenda il suo filo senza il timore di vederlo intrecciato nuovamente fra 4 mura di casa.

Rivedrò mio padre, i miei fratelli, le persone care … a mamma porterò dei fiori, una preghiera nuova e un accendino bianco per i suoi lumini rossi, speriamo solo che il cimitero sia aperto.

Bene, ma temo sia giunto il momento dei saluti. So che molti di voi si strapperanno i capelli, i vestiti e le sopracciglia, ma chissà, magari ritornerò più in là, sempre latitante e sempre se il covid non avrà avuto la meglio.

Nel frattempo però, se qualcuno dovesse accusare eccessivamente la mia mancanza posso suggerirgli sia un ottimo psicanalista che il mio sito, troverete tracce su masanumero10.it. Se invece preferite insultarmi o mandarmi a quel paese, con o senza mascherina, potrete farlo liberamente sulle mie pagine social. Nell’attesa, mi pianterò s’una spiaggia alla ricerca di Nemo o di un cavatappi che gli somigli. Ciao guagliù … buena vida, Masa