Nell’attesa pronta a servire è la mia penna. L’attimo che mi spinge oltre è fermo sul davanzale della finestra, lontano dall’istinto che mi costringe a sedere. Più vicino è l’orlo del bicchiere, precipizio che disseta.

La teatralità senile di un gesto si esibisce al mio fianco nel vano tentativo di togliere polvere al sipario. Quanto affetto sprecai con le mie mani. Adesso parla e gronda copiosamente il cuore. Proprio adesso. Mentre il tempo scorre solo sugli orologi, mentre tra le mie braccia strette davvero, due occhi, in pace, si chiudono per sempre.