MALATEMPORA. 46° giorno di quarantena.
Non so ancora chi sono ma credo di essere sulla buona strada.
Metà uomo e metà blogger, una voce camaleontica, un mercante clandestino di parole. Avrei sentimenti e stati d’animo da barattare per due soldi o per un white russian con panna montata al momento, magari una carezza del mare.
Buena, io andrei a nanna per quella manciata di ore lasciate in pasto ai sogni e a pensieri erranti, in balia di tutte le paure possibili, in balia del buio, in balia della non-presenza, mentre un frangente di commozione e pena si leva per quel cazzo di yogurt ai fermenti lattici morti che ho appena ingoiato.
Ci vorrebbe una clessidra rotta, un puzzle di 100.000 pezzi che mi allontani dai pensieri più tristi, ci vorrebbe un po’ di quiete, oppure un abbraccio, uno di quelli veri, uno di quelli che si fanno ad occhi chiusi e senza dir nulla, ascoltando il silenzio o un pezzo leggero alla radio. Ci vorrebbe uno di quegli abbracci che senti il calore, che senti il sollievo, uno di quelli insomma … che non se ne vedono più.
CANZONE
La foto di classe. Pensavo di averla bruciata dopo l’esame di maturità. Ed invece era nascosta nel libro di inglese che stranamente, e poi chissà perché, ho conservato in una scatola seppellita in garage.
5^ superiore. Liceo scientifico “Raffaele Mattioli”.
In realtà non ho un buon ricordo della scuola e ad essere sincero non ho un buon ricordo neppure di tanti compagni di classe. Forse è per questo che avrei voluto bruciare la foto di gruppo. Ricordo l’ansia, il nervosismo, l’incomprensione.
Luigi, eccolo qui lo stronzone. Quello che non ti faceva mai copiare. Quello che scriveva in aramaico, un assassino!
Si copriva con tutte e due le braccia e non ti faceva vedere niente, gli potevi spegnere un ferro da stiro sulla schiena che non si scopriva di un millimetro! Si convinceva solo quando lo minacciavi con il piede di porco – Stai calmo – mi diceva – poi ti passo la brutta copia!!
Un classico. A 10 minuti dalla fine dell’ora mi girava un foglio dove l’unica cosa che potevi copiare era la data! Tutti scarabocchi, disegni, quadrati e X a non finire – né ma che cazzo m’hai passato … la battaglia navale?! –
Luigi, bastardo! Ribattezzato “l’uomo senza olfatto”. Soprannome che gli deriva dal merito che fosse l’unico capace di sedersi accanto a Giorgio, il primo della classe, un alito pesante che era magro come un’alice ma pesava 90 chili. Una fiatella talmente pesante che l’ascensore si bloccava in continuazione. Però era bravo.
Io a scuola ero una capra, così a volte lo facevo venire a casa nel doposcuola per aiutarmi con i compiti, ma ogni volta succedeva una tragedia! Mio padre si chiudeva a chiave nello studio, mia nonna si gettava nel camino acceso e il pesciolino dell’acquario supplicava al gatto di sopprimerlo. Anche mia madre si incazzava, anzi lo schifava proprio. Verso le 5 ci portava la merenda. A me il pane con la nutella e a lui un piatto di pasta del Capitano, poi un giorno mi disse che non dovevo farlo più venire e che se volevo potevo farmi bocciare.
Giorgio, e chi se lo scorda, alito da cardiopalma … ma alla fine a dire il vero fu lui che ci salvò tutti all’esame di maturità. L’Escariota per convincerlo a passare il compito di matematica lo seviziò ripetutamente nel bagno della scuola con un compasso da disegno. L’Escariota quando voleva sapeva essere molto convincente.
Ma ve lo ricordate l’esame di maturità? Gli esami di una volta, una materia la potevi scegliere tu, ricordo la professoressa:
– tu che materia vuoi portare? –
– educazione fisica – risposi
– non fare lo spiritoso, tu e l’Escariota porterete italiano e inglese!! –
l’Escariota l’unica parola che conosceva di inglese era bonjour
– stronzo – gli dissi – questo è francese! –
L’Escariota per questa brutta notizia mi sferrò una gomitata talmente potente che mi privò dell’uso della ragione per tre giorni. l’Escariota era talmente ignorante che neanche la ricreazione poteva portare come materia d’esame.
Comunque per la cronaca anche io appartengo alla generazione della cartucciera invisibile, talmente invisibile che il tema che mi serviva mica l’ho trovato.
Mi ricordo il tema … “scrivi di un popolo che ti affascina”.
A me hanno sempre affascinato le popolazioni orientali, i cinesi, i giapponesi, i coreani. Grandi lavoratori e grandi consumatori di riso. Li chiamano “musi gialli” … forse per via dello zafferano.
Ad ogni modo il mio compagno Escariota fu promosso, per la felicità della notizia mi diede un cazzotto talmente potente che persi l’uso della parola per 20 giorni e per colpa sua all’esame orale feci scena muta, mi bocciarono e dovetti ripetere l’anno. Ma vafancuuuuuul.
CANZONE
Edoardo stai buono papà! Quante volte ti devo dire di non giocare con il termostato? Come faccio a spiegare a mio figlio che il termostato non è un giocattolo? Basta distrarlo direte voi. Fagli vedere un gioco e distoglierà l’attenzione. Certo. Ma voi non conoscete Edoardo. Per distrarre Edoardo minimo mi devo dare fuoco, un po’ perché gli piacciono le cose luminose e un po’ perché è freddoloso come la mamma.
L’altro giorno aveva acceso il termostato al massimo. Dopo un’ora avevo ustioni di 3° grado su gran parte del corpo. Edoardo stai buono papà! Voglio Tata Lucia.
CANZONE
Che giorno è oggi? Di quale mese? Ma soprattutto, di quale anno? sostengo da una vita che il tempo sia un’inutile convenzione se non si conosce la vera natura del suo fluire. Ad ogni modo oggi è … oggi è un giorno che sa di amore parzialmente screanzato.
CANZONE
Ladies and gentleman con sommo rammarico ma felicissimo per la vostra salute mentale anche questa puntata di Masa n.10 è finalmente finita. Per i più coraggiosi e per i masochisti estremi ricordo che potrà avere la sfortuna di riascoltare la puntata su masanumero10.it Mi raccomando, non lasciate commenti, non condividete, dite che fa schifo e mandatemi pure a quel paese, l’importante però è che siate felici. Ciao guagliù, alla prossima. Buena vida. Masa
Indossa le cuffie e ASCOLTA MALATEMPORA – Voce: Francesco Cavuoto – Audio editing: Masa