E adesso falla ballare. Dovrebbe essere semplice eppure avverto l’ansia da prestazione perchè cingo per i fianchi una penna indomabile.

Ho paura perché non sta ferma ed io ho timore di seguirla, si muove troppo in fretta e sembra non sapere da che parte andare.

Falla ballare.

Oggi non ho parlato molto, sono rimasto piuttosto in silenzio per gran parte del tempo, assorbito dal lavoro e risucchiato dal disordine della mia scrivania, dalla stanchezza per due ore di nuoto.

Sono rimasto muto persino durante il telegiornale, nel traffico lumacoso della mia città, sono rimasto in silenzio a riposare la bocca.

È una serata invece da zuppa di pesce e vino, poltrona e libro, gatto e plaid, cruciverba e pippe, Battiato e De Andrè, i Chimical Brothers, sbatacchiamenti vari, annessi connessi ed eventuali.

Una serata insomma da misantropia al chiaro di luna, notturna faticosa degenza.

Ci vorrebbe qualcosa di perfettamente stupido, qualcosa che riesca a dare equilibrio al mio sbandare, vertiginoso cadere, continuo incespicare, lento fuggire. Qualcosa che renda la notte il momento migliore per non pensare.

Ci vorrebbe un film di Pierino, il secondo tragico Fantozzi, un’immersione a letto con telecomando nella mano destra e caciola nella sinistra, un sogno sul comodino accanto al Petalo e starnuto rettale libero.

A dire il vero stasera andrebbe bene qualunque cosa, anche una roulette russa. Una roulette russa giocata sui binari del treno vicino ai pali dell’alta tensione durante una tempesta di neve in attesa del transito del vagone merci con trasporto speciale di azoto liquido.

Domani devo essere in ufficio alle nove, melanconia.

Buena vida comunque.

Masa