MALATEMPORA. 45° giorno di quarantena.

Stamattina sono uscito a fare la spesa.

Bardato come Robocop, e sospinto dalle urla incoraggianti di mia moglie, mi sono ritrovato faccia a faccia con la fila del supermercato.

2 metri di distanza, guanti, lanciafiamme e occhiali tattici per scopi voyeuristici.

Avrei fatto anche subito. Ma a volte si fanno incontri inaspettati per cui il tempo smette di trascorrere come dovrebbe. C’è un distributore di bibite e snack il cui richiamo sembra essere inequivocabile. Maledetti. Ti sorridono quei disgustosi e fottutissimi snack al gusto di cioccolato e trigliceridi, ti sorridono con tutto il loro inganno e ti promettono soddisfazioni da punto G in cambio di 50 ricchi centesimi. Da dopodomani sarò a dieta. Adesso sono troppo goloso, il giro della mia pancia dura 80 giorni e il mio cervello abita all’ultimo piano e non esce quasi mai … e adesso men che meno. Ma l’ufficio lumi smarriti è sempre in fondo a sinistra? Notte del cazzo, abbi pietà di me.

CANZONE

Martina si sposa. È la promessa di matrimonio che il fidanzato le ha fatto non appena l’emergenza virus sarà passata. Entrambi ne danno annuncio su Facebook. E sti cazzi? Martina è una ragazza che conosco da 30 anni ma non ci siamo mai cagati di pezza, se non per il fatto che sia lei ad avermi dato il primo appuntamento della mia vita.

Ricordo l’emozione, avevo 15 anni. All’epoca non c’erano i telefonini, una volta che avevi un appuntamento sapevi che a quell’ora di quel giorno dovevi essere lì, non esistevano i ritardi annunciati, gli imprevisti, l’inconveniente dell’ultimo momento, no. All’epoca non potevi avere un imprevisto, come la diarrea ad esempio.

Innanzitutto per non fare tardi e per essere puntuale all’appuntamento uscii di casa 6 giorni prima. Mi vennero a prendere i carabinieri e mia madre con il battipanni.

Il giorno del primo appuntamento lo ricordo bene, mai fatti tanti bidet nella mia vita. No la diarrea non c’entra nulla, sapete com’è, ci tenevo ad essere pulito, profumato, dopo tante insistenze finalmente si era convinta a darmi un appuntamento.

I miei amici, qualcuno magari un po’ più grande mi diceva – tu vuoi fare bella figura? Bene, prima di andare all’appuntamento chiuditi in bagno e vai giù col fai da te! Frunghete nfranghete nfunghete franghete – 

Arrivai all’appuntamento che sotto gli occhi non avevo due borse, c’avevo due trolley.

– sai – mi dice – sono contenta di vederti, è da tanto che volevo chiederti il numero di telefono di quel tuo compagno di classe, è molto carino, mica puoi darmi una mano?

Ma vafanculo và.

 CANZONE

Il giorno che divenni uomo me lo ricordo perfettamente, la scoperta del sesso, del mio sesso ovviamente. Una mattina mi svegliai e notai sotto le lenzuola le mutande diverse dal solito – chi c’è? chi va là? Alto là, fermo o sparo! –

Sparai. Una bella pippa.

fu una sparatoria meravigliosa, unica, indimenticabile, e da quel giorno la mia vita cambiò, chiesi a mia madre se potevo trasferire la mia cameretta in bagno. Già, perché io la mia adolescenza l’ho trascorsa in bagno, e quando non ero in bagno ero dall’oculista.

Anche se all’inizio devo dire la cosa mi imbarazzava abbastanza, era una cosa talmente intima e personale, la paura di farsi scoprire, era talmente un tabù che le prime volte che mi toccavo facevo la valigia e me ne andavo 3 o 4 giorni sopra una montagna, per poi trasferirmi definitivamente in garage.

CANZONE

Il freddo si è appena staccato dalla mia giacca, ho la circolazione di un’iguana e sono stanco.

Ho bisogno di staccare la spina e spegnere le mie facoltà mentali, ma soprattutto ci vorrebbe un bicchiere di vino e una sigaretta fumata di nascosto da mio figlio per lasciarmi alle spalle il culo della farmacista e il ricordo del gatto nero che ho incrociato per strada.

Il perizoma della farmacista è stato un discreto anestetico umorale. Spuntava impertinente, ma generoso, nella trasparenza dei collant e dalla vita bassa dei jeans. Una standing ovation ormonale di 9 minuti riecheggia ancora tra gli antibiotici e gli ansiolitici, una visione lieta che mi ha strappato un sospiro dai polmoni ed una spina dal cuore, questo otre di sangue ridotto ormai come un travertino di marmo.

Il ricordo della pena d’amore mi stringe solitamente una cravatta al collo ed un nodo alla fine dell’esofago. Il male d’amore chissà perché mi si piazza sempre nello stomaco, però ho un amico ad esempio che il mal d’amore gli si piazza nel metatarso, tra la caviglia e il tallone, decisamente meglio. Zoppichi un po’ ma almeno non ti ammazza la gastrite.

CANZONE

Se sei arrivato fin qui vuol dire che sei un folle, e se sei un folle vuol dire che hai una marcia in più, che nella migliore delle ipotesi vuol dire che non sei normale, e se non sei normale hai tutte le carte in regola per farti un bel tresette con il morto. Fai attenzione però, il morto non solo puzza un pochino ma ha un culo esagerato … in bocca al lupo! Noi ci sentiamo prossimamente sempre qui, sempre su Vera Hit Radio, sempre alle 22 ma non so di quale giorno, e sempre su masanumero10.it. Ciao guagliù. Buena vida, Masa.

Armati di cuffiette e ASCOLTA il podcast di MALATEMPORA 

Voce: Francesco Cavuoto Audio editing: Masa