Il davanzale.

Bello, brutto, piccolo, sporco non importa, purchè ci sia.

Non potrei mai immaginare la mia vita senza un davanzale, anche se di fronte avessi un muro.

Il davanzale è il mio bancone preferito, bastone della mia fantasia, il luogo ameno dal quale decollo senza muovere passo, senza mai andare oltre il mio bicchiere.

Ma quanto fa schifo sto mondo?

Lo guardo, lo penso e lo dico.  

Poi sorseggio un respiro di rabbia e impotenza mentre il davanzale mi sostiene e m’incoraggia.

In fondo non è il mondo a fare schifo. È l’uomo in quanto uomo.

Già. Gli uomini. Ma quali uomini?

Uomini veri non esistono più, e se esistono sono pochi o poco fecondi. Quelli buoni si riconoscono perché sono tristi e disillusi.  

Io non so chi ci abbia inventato ma chi l’ha fatto ha fallito.

Se per errore di progettazione o per un calcolo sbagliato non ci è dato saperlo.

Ma il mondo quanto sarebbe più bello senza l’uomo? Fortuna c’è il mio davanzale.

Questo confine di pietra che mi protegge e dal quale bisbiglio pensieri e nuvole di fumo.

Fumare fa male. Il davanzale no. Forse ai gomiti. D’estate.