Domenica. Non me lo dite lo so, è di nuovo domenica. Il buon umore è rimasto a letto a dormire mentre io mi sono alzato per cucinare qualcosa. Ho fame e non so che ore sono.
In tv c’è la Lecciso che balla il Tuka Tuka, misericordia che nausea!
Spasmi addominali, contrazioni muscolari, spossatezza intestinale, sussulti organici, conati isterici, la Lecciso è semplicemente stomachevole. Carne inutile data in pasto alla voracità mediatica di conduttori e telecamere, che schifo! Quasi peggio del Mac Donald!
Questa domenica sembra flaccida come una mammella vecchia, una sesta abbondante in un reggiseno sdrucito, una mappina bagnata, un budino di ore molli servito nel dopopranzo insieme ad una pessima grappa.
Il freddo bussa alle finestre con gelida insistenza e a conti fatti i miei maglioni restano caldi fino alle sei.
Prendo il caffè, magari il giornale, mi gratto il pizzetto e penso che mi piacerebbe ammazzare il tempo con un delitto perfetto, senza scrupoli e senza movente, attendendo al varco, vigile ed attento, un altro lunedì.
Lunedì.
Bella giornata. Splendidamente piovosa. Niente male per essere un comune lunedì di fine gennaio. Oggi è una giornata simpatica per diverse ragioni, un incastro di parole e situazioni piacevoli, un inganno che a dire il vero mi fa ritrovare divertito davanti questo foglio alle undici di sera, quasi mezzanotte. Speriamo tra i denti che l’alba di martedì non porti ritardo.
Ad occhio direi che oggi ci sono stati tanti sorrisi quanti starnuti, dovrei prendere un’aspirina, poi mi giro verso il cerasuolo e cambio idea. La migliore medicina? il decotto di cantina.
Ho persino misurato la febbre, ho qualche brivido di freddo che mi scorrazza sulle vertebre ed una mano morta dietro la nuca, fredda come la pozzanghera che ho calpestato stamattina senza accorgermene.
A volte sono distratto lo ammetto, basta un pulviscolo atmosferico per catturare la mia attenzione e la mia testa si proietta su orbite non comprensibili all’intelletto umano. Sembra strano ma è così. Sono distratto perché sono attento ai particolari. Infatti stamattina ero attento ed intento a guardare i fianchi sinuosi di un’anonima biondina che scendeva giù per il viale. Beh che dire, curve giottesche, luna di carne, impavida rotondità, mela felice, non proprio curve, piuttosto tornanti.
Come potevo badare alla pozzanghera che avevo davanti?
Gelida, polare, ibernante, un laghetto di acqua che a saperlo uscivo con la muta e il gatto delle nevi [(lo sapevate che il gatto delle nevi mangia croccantini diesel?) che stronzata!!] …tra l’altro stavo andando in piscina.
Si pensano cose strane mentre si nuota sapete? Non so da cosa dipenda, forse il cloro, gli occhialini appannati, la mancanza di ossigeno, due tiri di caciola lungo il viale chissà, ma sta di fatto che in acqua si pensano cose strane, oltre ai culi delle bagnanti ovviamente.
Oggi pensavo che mi piacerebbe camminare con le mani scalze, scattarmi una foto mentre dormo, un autoscatto mentre sogno.
Mi piacerebbe annegare nel fuoco, carpire il segreto della notte e in pieno giorno infamare la luna. Oppure mi piacerebbe tornare indietro guardando in avanti e ridere solo quando lo merito.
Dovrei fare una liposuzione al cuore ed una rettoscopia all’anima prima di una biopsia al fegato. Barbanera consiglia una radiografia al cranio onde evitare di perdere i pensieri migliori insieme a tutti i buoni propositi.
Mi piacerebbe piangere per sbaglio, precipitare dal basso e vomitare ingerendo, correre ma senza respirare.
Fermare il mare, bigiare una lezione di vita, riconoscere l’errore prima di commetterlo, dubitare ogni giorno delle mie certezze, questo mi piacerebbe … e alla fine di tutto, dopo tanto vagare e divagare, essere seppellito in cielo, in modo che tutti possano vedermi.
Forza Napoli e buena vida.
Masa