Ci vorrebbe una base anestetica perché lo stomaco si contorce in uno di quei simpatici nodi che non va nè su e nè giù, ma resta fino a tarda notte per giocare a briscola con il cesso.

beve qualcosa?

Certo!

Rhum invecchiato?

Volentieri!

3, 7 o 12 anni?

Ne ha uno di quindici?

non ne ho, ma posso mischiarle quello di 3 anni con quello di 12!

Faccia un pò quello che le pare ma lo faccia in fretta!

Base anestetica.

Stasera mi sento una sottiletta, una di quelle che vedi da lontano nei panini sottovuoto dei bar, quelli che confezionano nel gennaio 2006 e scadono nell’ottobre del 3013, quelli che dopo un giro al microonde diventano viola e a te sembra di mangiare il Didò. Ve lo ricordate il Didò? e la pubblicità?

Che silenzio…gioca con Didò! 

Che poi a scuola diventò “che silenzio, gioca con Didone”, e all’università “che confusione, tromba con Ninone

Scherzi a parte, stasera mi sento un pò fuori posto, scostante e antipatico persino a me stesso.

Il mio alter ego l’ho mandato a dormire a calci nel culo senza vino e senza cena mentre la coscienza l’ho mandata a giocare in un campo nomadi. Io invece resterò ancora un po’ a bighellonare tra i corridoi affollati della mia testa, irrequieta nemica, sempre col solito dire e sempre col solito fare.

Non so dove andare però ci vado, non so se leggere e allora scrivo, non so se piangere e nel dubbio piango, ho paura del buio però ci sto volentieri.

Potevo far finta di nulla e recitare la mia parte così come fan tutti, più o meno immobile, più o meno indaffarato, più o meno ad essere tutto ciò che sembro, un perfetto idiota.

Ma credetemi non è facile, non è facile svegliarsi la mattina e combattere una guerra punica, non è facile restare vivi quando l’aria che si respira è di sepoltura, di ricovero, non è affatto facile quando la mattina c’è quel cagacazzo del muratore al piano di sopra. Non è facile.

Stasera non mi sento un granchè in forma, è una sensazione strana, è come se un Boeing 747 fosse atterrato in perfetto orario sulle mie gengive. Atterraggio perfetto e applausi al pilota. Cazzo applaudi imbecille.

Però che culo! Se non fosse per quella mozzarella di bufala che ho intravisto in cucina e il pane di San Sebastiano che spuntava dal forno avrei detto che con oggi si è conclusa un’altra bella giornata di merda!

Una di quelle da collezione, da esposizione, quelle che pagheresti una fortuna per abbellire il tuo salotto, quelle che per un motivo o per un altro siamo costretti a ricordare.

Beve qualcos’altro?

Perché no, sento quel nodo stringere ancora.

Un altro 40 gradi anestetici per dimenticare?

Faccia un po’ quello che le pare ma lo faccia in fretta, anche se in realtà, io ricordo sempre tutto. Purtroppo.

Masa